La scienza fabulosa

Le incredibili e meravigliose basi teoriche dell’astrologia.

L’astrologia rappresenta il primo tentativo dell’uomo di situarsi nel mondo, il suo primo approccio conoscitivo verso di esso. Tuttavia, da un punto di vista teorico e scientifico, si può dire che essa sia restata ferma a quei primi tentativi. Provare a elaborare una teoria astrologica compatibile con le attuali conoscenze significava dunque ripartire quasi da zero, e in particolare significava risolvere uno dei nodi più insolubili della conoscenza umana, quello del rapporto fra macrocosmo e microcosmo. 

Questo scritto prova ad affrontare la problematica nella maniera il più possibile ampia, a gettare qualche luce su di essa, e a formulare alcune ipotesi di ricerca. Sfrutto una delle possibilità del web, quella di pubblicare i propri risultati provvisori e in progress, nella speranza di poterli integrare e definire man mano che il tempo e le capacità me lo consentiranno. Ogni contributo teorico esterno, soprattutto quelli provenienti dall’area conoscitiva per cui ho meno competenza, cioè quella scientifica, sarà gradito, e eventualmente pubblicato in un’apposita sezione. 

Proviamo a farci animali, a percepire come abbiamo percepito per milioni di anni. Immaginiamo notti lunghissime, fino a 16 ore o più, immersi nel buio assoluto, alla ricerca di una preda o in fuga da un predatore, nel freddo e nell’incertezza dei pericoli naturali, in uno stato di terrore continuo, perché privi anche della capacità razionale di prevedere il ritorno della luce. E immaginiamo cosa abbia rappresentato in una condizione simile l’apparire della luna in cielo, prima un filo di luce, poi uno spicchio, infine un bagliore dilagante e fosforico che faceva riapparire il paesaggio inghiottito dalla notte e rendeva di nuovo possibili le attività vitali. Immaginiamo infine il ritorno del sole, della luce piena, del calore, con la sua alternanza notte-giorno e poi i suoi ritmi stagionali. E’ evidente che questi cicli, o ritmi,  luminosi e termici non possono non essersi impressi profondamente nelle nostre strutture percettive… anzi, si può affermare che la nostra psiche si sia organizzata e strutturata su quei ritmi. Il sistema percettivo e nervoso si è cominciato a differenziare, a rapportare all’ambiente esterno, e a costruire mappe territoriali che poi hanno assunto una configurazione stabile nel nostro sistema sensoriale, proprio cominciando a reagire ai primi stimoli luminosi, ad assorbire i primi bagliori ondulatori, i primi pacchetti di fotoni provenienti da sole e luna. Tutto questo ha permesso il consolidarsi di una struttura permanente dell’io. (…)