L’ASTROLOGIA E’ VERA?
Le prove scientifiche dell'astrologia
Esistono ricerche svolte su un numero molto elevato di campioni, oltre 40.000, spesso replicate da studi indipendenti, come nel caso di quella sul famoso effetto-Marte di Michel Gauquelin, che mostrano con pochi margini di dubbio che molte asserzioni astrologiche hanno un fondamento reale. Da queste ricerche risulta ad esempio che gli sportivi di successo nascono con maggior frequenza quando culmina o sorge Marte, astro che dall’astrologia tradizionale è associato alla forza, all’energia, all’attività muscolare. Probabilisticamente, c’è una possibilità minima che questa corrispondenza sia dovuta al caso (circa 1 su 5 milioni).
Ma il dato più interessante e probante, è che questa correlazione presenta una curva riproducibile, molto tipica, che si ritrova in tutte le ricerche condotte con lo stesso rigore e su un campione significativo, e il più possibile omogeneo.
Io stesso ho verificato su un campione di circa 600 scrittori, e senza particolari pretese scientifiche, (nella prima versione della ricerca, pubblicata su Linguaggio Astrale n.82, erano solo 307), che sia la Luna, astro legato all’immaginazione, che Mercurio, associato alla scrittura, si distribuiscono nei settori orari (corrispondenti grosso modo e sufficientemente, ma non esattamente, alle “case” della tradizione astrologica) secondo la stessa curva individuata da Gauquelin.
Lo studio verifica contemporaneamente (vedi grafico successivo) anche una statistica di Choisnard, che nei temi di 310 filosofi e scrittori rilevava una presenza di 120 aspetti Luna Mercurio contro 59 del campione casuale di confronto. Ovviamente non sempre gli studi statistici ottengono risultati così brillanti, ma quasi sempre gli insuccessi dipendono da una scelta poco accorta del dato da riscontrare, e da un’ eccessiva disomogeneità del campione. Ritengo che la strada più proficua per questo tipo di ricerca sia, più che quella di puntare sul numero, quella di utilizzare campioni selezionati secondo criteri obiettivi ma stringenti, e di puntare su un forte scarto dai valori attesi.
Che le ricerche di Gauquelin possano essere ricondotte alla dottrina tradizionale, ma la modifichino significativamente (spostano in pratica di circa 30° all’indietro la zona di forza dei pianeti) comprova che i suoi risultati non possono essere stati manipolati dalla sua aspettativa, che peraltro era di segno opposto, essendo Gauquelin partito da posizioni scettiche.
Esistono varie altre ricerche che vale la pena di citare, dagli studi estremamente ampi di Didier Castille, che dimostra su oltre 10 milioni di casi (vedi link successivo) una correlazione fra data di nascita e data di decesso, e su circa 17 milioni di casi un rapporto (in questo caso non inequivocabile) fra i segni zodiacali dei coniugi, a una ricerca ancora di Gauquelin su 25.000 date che mostra una correlazione positiva fra le posizioni planetarie di genitori e figli (già individuata da Keplero), a quello su 12.191 date di Discepolo e Miele che conferma il principio di ereditarietà astrale, individuando una significativa coincidenza fra segno solare (il cosiddetto segno zodiacale) del padre e segno ascendente del figlio, alle verifiche del rapporto fra Saturno e orfelinato di Barbault, agli studi di Landschdeit, di Eysenck, di John Addey, di Lasson, di Choisnard, fino a quelli, pur controversi, dello stesso Jung. Da segnalare, fra quelle più recenti, sono anche le ricerche di G. Ruscelli che, pur condotte con minori pretese scientifiche, sembrano individuare un plausibile rapporto statistico fra le professioni e i segni zodiacali, e soccorrono dunque quello che è forse il punto più debole della teoria astrologica, la divisione tropica dello zodiaco.
La sintesi migliore delle prove statistiche a favore dell’astrologia mi sembra sia questa di André Barbault:
Barbault André, Un secolo di statistiche astrologiche, trad. it. in Ricerca ’90 n. 61,
(http://www.enzobarilla.eu/barbault/un%20secolo%20di%20statistiche%20astrologiche.pdf)
Per le fonti degli studi di Gauquelin si vada a:
Gauquelin Michel, Archives Gauquelin, in C.U.R.A. di Patrice Guinard,
(http://cura.free.fr/gauq/17archg.html)
Per chi voglia approfondire, interessante questa storia delle ricerche di Gauquelin pubblicata su Astrology and science. Si tratta di un sito imponente, quantitativo più che qualitativo, ricchissimo di documentazione, sostanzialmente improntato a un atteggiamento scettico, che pecca inevitabilmente di dispersività e soffre di una certa incapacità di cogliere l’importanza dei risultati, spesso sorprendenti, che documenta:
(http://www.astrology-and-science.com/G-hist2.html)
Le ricerche quantitativamente più significative sono probabilmente quelle condotte da Didier Castille:
Questa ricerca, volendo dimostrare su oltre 10 milioni di casi che non ci sono correlazioni fra data di nascita e data di decesso, finisce per dimostrare il contrario, come Castille è costretto a ammettere:
(http://cura.free.fr/xx/18cas3fr.html)
Questa ulteriore ricerca, su circa 17 milioni di coppie, produce ugualmente risultati significativi, anche se non inequivocabili
(http://cura.free.fr/xxv/21cas4en.html)
A more recent French study: However, a more recent French study by Didier Castille (Birth day effect on natality rhythms, Correlation 22.2, 20-32, 2004) produced intriguing results. From the Institut National de la Statistique et des Etudes Economiques (National Institute for Statistics and Economic Studies) he had obtained the dates of birth for all married couples to whom live children were born between 1977 and 2000. Couples were excluded if either spouse was born on 1 January, since this date was about 40% more frequent than any other probably due to immigrants who did not know their exact birth date, or if either date was obviously in error such as 31 June. The result was a total of nearly 17 million couples. Castille was studying the number of days 0-364 between the birthdays of husband and wife rather than their sun signs, but since each sign averages 365/12 = 30.4 days, his counts can be converted to a roughly equivalent sun sign separation. Spouses born just a few days apart could of course have different sun signs whereas this approach gives them the same sun sign, so the conversion is far from exact. Nevertheless it should be good enough to pick up any sun sign effect in such a huge sample. As shown in the figure below, the results show no clear conformity to what astrology predicts.
The above results show a small consistent deficit of squares (90) but no consistent excess of sextiles (60) or trines (120). The apparently large excess of same-sign couples (shown in red) appears large only because the scale is small; thus the corresponding effect size is a tiny 0.0039. So this enormous sample offers no useful support whatever for sun sign effects. The excess of same-birthday and same-sign couples is highly significant, but according to Castille an explanation “is yet to be found” (page 30).
Altri link interessanti sono:
Barbault André, Gli asterismi della parentela,
(http://www.andrebarbault.com/astralites_parente_ita.html)
Discepolo Ciro, a cura di, AA.VV. Osservazioni politematiche sulle ricerche Discepolo/Miele, Ricerca 90,
(http://www.programmiastral.com/osservazioni.pdf)
Segnalo per curiosità, fra le tante, queste convincenti osservazioni in difesa dell’astrologia del Nobel per la biochimica Kary Mullis:
(http://tributoastrologico.blogspot.com/2007/12/ecco-cosa-pensa-il-premio-nobel-kary.html)
E questo studio della Columbia University su 1,7 milioni di casi che dimostra una correlazione fra mese di nascita e predisposizione alle malattie:
(https://www.huffingtonpost.it/2015/06/09/malattie-mese-di-nascita_n_7543312.html )
Fra i numerosi studi a carattere medico-scientifico cito uno dei più recenti:
Skjaervo, Fossoy, Roskaft, Solar activity at birth predicted infant survival,
(https://royalsocietypublishing.org/doi/full/10.1098/rspb.2014.2032)
La cosiddetta scienza ufficiale si è accanita a più riprese su queste indagini, dimostrando che non sempre sono statisticamente inattaccabili. Il dubbio però è che queste critiche siano dettate più da pregiudizi di tipo scientista e positivista che da una vera tensione alla verità, per quanto insospettata, sconcertante e magari indesiderata essa possa rivelarsi. Un acuto e rigoroso epistemologo, e cioè uno scienziato delle scienze, come Feyerabend, ci fa notare che nessuna teoria scientifica corrente passerebbe attraverso le strettissime maglie statistiche e concettuali che i detrattori, accecati da sacro furore positivista, applicano all’astrologia, visto che la maggior parte di queste teorie presentano profonde contraddizioni (ad es. l’elettromagnetismo classico) che si pensa di risolvere in futuro, oppure sono suffragate da casistiche esigue (ad es. la gran parte delle tesi medico-scientifiche, sovente in contraddizione fra loro) o sono inverificabili e comunque non falsificabili (ad es. la paleontologia o l’astrofisica… nessuno potrà mai accertare che l’universo è a forma di cetriolo invece che sferico o che il pitecantropo non mangiasse solo nutella). Feyerabend ne conclude che “senza una frequente rinuncia alla ragione non esiste progresso”, e che gli uomini di scienza cadono spesso in una forma di superstizione scientifica ben più perniciosa, paralizzante e insipiente delle superstizioni astrologiche.
D’altronde l’astrologia non ha “dominato sulle più grandi menti” – come rivendicava Balzac, pensando a Tommaso D’Aquino, Dante, Leonardo, Bruno, Campanella, Cardano, Keplero, Copernico, Shakespeare, Newton o Goethe – solo nei secoli passati, e per fortuna non tutti gli uomini di scienza sono condizionati dai pregiudizi positivisti, e più spesso, da una franca ignoranza delle questioni profonde che essa pone, come i presuntuosi membri del Cicap o i 186 eminenti scienziati che hanno firmato un manifesto contro l’astrologia senza sapere di che parlavano. Sicuramente hanno rivendicato la dignità dell’astrologia e hanno contribuito a indagarla, anche in epoca moderna, filosofi e pensatori profondi e rigorosi come Jung, Gabriel Marcel, Aby Warburg, James Hillman, Hans Eysenck, Paul Feyerabend, Patrice Guinard, Yogananda, insospettabili studiosi cattolici come Vittorio Messori, astro-fisici di vaglia come Percy Seymour e Victor Mansfield, scienziati come Kary Mullis (Nobel per la bio-chimica, che dedica un capitolo della sua autobiografia al proprio oroscopo) e, collaborando agli studi sulla sincronicità di Jung, Wolfgang Pauli (Nobel per la fisica), o gli stessi Gauquelin, Castille e Landscheidt, arruolati dall’astrologia ma provenienti dalla statistica e l’astrofisica, così come pare che ne sia stato incuriosito lo stesso Einstein, la cui religiosità cosmica era certo profondamente compatibile con la visione astrologica (“Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato” scrive fra l’altro). Sicuramente ne sono stati convinti praticanti e cultori i 2 padri, potremmo dire, della moderna poesia rispettivamente inglese e portoghese, W. B. Yeats e Fernando Pessoa, e i fondatori del surrealismo André Breton e Max Jacob, così come le hanno dato credito grandi artisti e scrittori come E. Junger, A. Strindberg, H. Miller, A. Nin, Picasso, Modigliani, Fellini, Ceronetti, oltreché numerosi politici, fra cui Roosevelt e Reagan, e miliardari come J.P. Morgan e Bill Gates, tutte persone dotate di innegabile realismo; e infine, fra gli altri, ecco cosa ne pensava Carl von Weizsacker, fisico di primo piano del team di Heisenberg : “ Come fisico, non saprei che pensare se l’astrologia fosse vera. Ma d’altra parte ho la sensazione, semplicemente per averci lavorato su, che empiricamente qualcosa di vero c’è” (cit. in Landscheidt). Molti intellettuali di buon senso l’hanno pensata e la pensano alla stessa maniera. D’altronde, chiosava Wolfgang Pauli, che si è occupato approfonditamente delle concezioni astrologiche di Keplero e poi delle teorie junghiane, “non bisognerebbe mai dichiarare che gli unici presupposti della ragione umana siano tesi stabilite mediante formulazioni razionali” (Psiche e Natura, pg 73).
La questione dunque non è credere o non credere all’astrologia, ma essere pronti a verificarla. La differenza fra me e i 189 scienziati che hanno firmato un manifesto contro l’astrologia, è che io non credo a nulla, e tantomeno all’astrologia, loro credono alla scienza – e scambiano la loro credenza per una conoscenza oggettiva (5), senza porsi il problema dei presupposti assiomatici e metafisici su cui essa imprescindibilmente si basa. Per una discussione approfondita delle basi teoriche dell’astrologia si rimanda su questo sito a La scienza fabulosa – le incredibili e meravigliose basi teoriche dell’astrologia.